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Introito

Forma come sostanza del dialogo, mentore della comunicazione, fluida interconnessione, portale del pensiero, effimera palancola tra sponde parallele per cui l'essenza del pensiero instaura connessioni e la sostanza, assunta una veste, si comunica.

Quando la forma viene totalizzata, costretta a perdere la sua nobile missione e assunta ad oggetto finalizzante, allora inizia il buio: la comunicazione è sterile, vuota, inconsistente, pur nello scintillio di infiniti colori, fattezze, lineamenti, figure, atteggiamenti, contegni, apparenze, linguaggi e schemi formali.

La forma diviene il tramite di un codice preconfezionato: incantatrice dalle seducenti espressioni attira a sé ogni sguardo ed ogni pensiero e nell'oblio della coscienza che ne risulta, ottunde il pensiero libero e autonomo, spegne la critica e smorza il dibattito, mentre trasferisce idee, nozioni e principi preconfezionati, incatena il pensiero e lo uniforma, obnubilando gli animi, negando la nobiltà del singolo pensiero libero, imponendo una coscienza globalizzata e impedendo la formazione spontanea di una coscienza collettiva, unica possibile espressione della dignità del singolo nell'appartenenza ad ogni gruppo sociale, comunque costituito.

Come restituire alla forma la sua nobile missione, come svegliare dal torpore un uomo che ha delegato ad una forma preconfezionata il proprio giudizio, il proprio patrimonio di valori ed il fondamento stesso dei propri principi, come recuperare l'autodeterminazione quale partecipazione spontanea di ogni singolarità, nella sacralità della propria peculiarità, ad un progetto comune?

Solo nella condivisione libera e autonoma di ogni singolo su ogni tema del pensiero, si può instaurare un dialogo che sia proficuo e di certo non tramite un linguaggio stereotipato.

Serve il confronto aperto e sincero, serve la condivisione di un progetto, di un sogno, servono apertura, sincerità, autostima ed autocritica, serve un dialogo finalizzato oltre sé stessi e, contemporaneamente, è necessaria la consapevolezza dei propri limiti, non come lacci e vincoli, bensì come stimoli per formare un pensiero nuovo, più maturo, più aderente all'uomo collettivo, all'uomo sociale, pur sempre un pensiero imperfetto e per questo foriero di fiducia, un pensiero da trasmettere, affinché sia raccolto, custodito, vagliato e affinato, arricchito, riformato o ristabilito, poiché così diviene crescere, maturare, progredire, avanzare, evolvere.

Quali strumenti quindi per un pensiero nuovo e che sia comunicabile nella sua più pura essenza, un pensiero che sia essenza non in fieri, ma in essere? Innanzitutto un dialogo senza barriere, aperto ad ogni espressione dell'intelletto e quindi ad ogni suo linguaggio. Quale logica conseguenza linguaggi e forme espressive nuovi, collettivi e focalizzanti. Per giungere a tanto è necessario però poter esprimere l'essenza del comune cercare in una forma comunicabile ed universale che sia lo stimolo a nuove e più calzanti forme di linguaggio, ovvero una forma che recuperi la sua originale e più nobile funzione e quale forma più personale e contemporaneamente universale, più emotiva ed insieme razionale, più concreta ed unitamente spirituale dell'arte?

Artisti quali mentori di una nuova collettività personalizzata, arte quale impulso ad una più matura consapevolezza di sé nel rapporto con la propria natura sociale, sprone all'uscita dal buio dell'uniformità e della deresponsabilizzazione verso una nuova luce, da conquistare insieme con fatica e fiducia e con misurata gradualità, arte come continuo albore dell'uomo a sé stesso.

OUR TEAM

Aron Milani

Student at the Academy of Fine Arts in Milan, "Brera"

Glauco Donadoni

Chemical engineer

Mirto Milani

Student at the Milan Conservatory, "Giuseppe Verdi"

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